Aprire una pizzeria italiana a Lanzarote: la storia di Fabio

A cura di Nicole Cascione

“Sono un maratoneta e la spiaggia di 5 chilometri che attraversavo tutti i giorni, mi ha ridato la forza di andare avanti e di recuperare la mia autostima”. È sempre difficile rimettersi in gioco e farlo a 53 anni oggigiorno lo è ancora di più. Avevamo lasciato Fabio in Costa Rica, a Puerto Jimenez, nella penisola De Osa, dove con la sua compagna Nadia, aveva aperto Pizzamail.it, una pizzeria italiana da asporto che aveva regalato loro enormi soddisfazioni.

Purtroppo però, nella vita molto spesso ci si trova a dover affrontare delle scelte che rivoluzionano il proprio modo di vivere, come è successo a Fabio, che all’improvviso si è ritrovato come una “meteora persa nello spazio”, alla ricerca di un posto che potesse sostituire il Costa Rica. E’ così che Lanzarote è entrata a far parte della sua vita. Il clima stupendo, le corse sulla spiaggia, gli hanno permesso di recuperare la propria autostima e di portare avanti un nuovo progetto: l’apertura di una pizzeria da asporto ad Arrecife. E’ proprio vero quel che afferma Muhammad Ali: “Dentro un ring o fuori non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra”.

“Purtroppo le vicissitudini della vita mi hanno costretto a lasciare il Costa Rica“.

Nadia, la mia ex compagna, è rimasta lì, del resto dopo quello che abbiamo creato a Puerto Jimenèz, non poteva fare altro. Pizzamail.it puerto jimenèz, funziona alla grande. Da tempo abbiamo creato un prodotto di alta qualità, che ci ha dato e ci continua a dare grandi soddisfazioni (sempre primi a Puerto Jimenèz in Tripadvisor e siamo da qualche anno sulla Lonely Planet), ma quello che conta di più è che siamo riusciti con i nostri prodotti a conquistare un popolo di 5 mila anime, nel mezzo della foresta della stupefacente penisola de Osa.

Ma veniamo al momento in cui, a malincuore, ho lasciato il Costa Rica. Era agosto del 2012, quando decisi di ritornare in Italia. Mi sentivo una meteora persa nello spazio, non sapevo cosa fare, dove andare, come proseguire a 53 anni il percorso del mio futuro. Riuscii a rimanere in patria per 2 settimane, ormai non era più la mia casa, era diventato un Paese dispersivo e complicato. Così decisi di partire nuovamente verso un posto per me più consono. Dopo aver passato gli ultimi sei anni in un luogo selvaggio e sconfinato, avevo bisogno di vivere in un luogo con un clima e un’atmosfera più adatti alla mia persona. Così la mia scelta ricadde sulle Isole Canarie. La mia prima tappa fu Tenerife, dove ci rimasi per un paio di settimane. Iniziai ad inviare il mio curriculum da pizzaiolo nei tantissimi ristoranti e pizzerie che, desolatamente semi-vuoti, si affacciavano nel sud dell’isola. Nel frattempo conseguii un attestato per la manipolazione degli alimenti e mi misi in regola con il permesso di lavoro (NIE). Nonostante il clima stupendo, Tenerife non mi è piaciuta molto, è un posto dagli antichi splendori turistici, in cui la crisi è diventata ormai eclatante. Durante le mie due settimane di permanenza sull’isola, non ricevetti nessuna chiamata di lavoro, nonostante i diversi curriculum lasciati, così decisi di cambiare isola e scelsi Lanzarote per la sua particolarità di isola vulcanica. Arrivai il 18 settembre in nave da Tenerife, erano circa le 10 del mattino di una domenica climaticamente stupenda. Decisi di recarmi a nord dell’isola. Da tempo ormai scelgo di andare un po’ controcorrente rispetto a quelli che potrebbero essere i soliti luoghi turistici di massa. Arrivai dall’alto a Famara e la visione di quella meravigliosa finestra sull’oceano, con la Isola Graciosa sullo sfondo, mi incantò e così decisi subito di fermarmi lì.

Trovai un appartamentino in affitto rivolto a sud (per le energie che ti trasmette il sole entrando tutto il giorno in casa), a 300 euro tutto incluso.

Famara è meravigliosa, selvaggia nella sua natura desertica, ma nel contempo estremamente affascinante. È piccola, ci sono 12 locali, tra ristoranti, pizzerie e pub. E’ un luogo in cui poter camminare a piedi nudi, con la tavola da surf sotto il braccio.

Sono un maratoneta e la spiaggia di 5 chilometri che attraversavo tutti i giorni, mi ha ridato la forza di andare avanti e di recuperare la mia autostima. In quella spiaggia, tra velocissime camminate, ho pianto lacrime di disperazione.

A Famara ho deciso di giocarmi un’altra opportunità, puntando su una delle mie passioni: la pittura.

Investii 2 mila euro tra colori, tele, pennelli e uno schermo grande per il pc, successivamente iniziai a girare l’isola facendo foto per poi riprodurle, così da creare del materiale da poter rivendere nei mercatini dell’isola.

Dopo 2 mesi di lavoro, raggiunto il numero di 38 opere, dopo essermi messo in regola con le licenze e i permessi vari e dopo aver comprato un vecchio Renault express e un tendone per esporre i miei quadri, cominciai a girare i vari mercati turistici dell’isola. Ne girai tantissimi, ma ben presto mi resi conto che la mia attività non rendeva abbastanza tanto da potermi mantenere e, mentre stavo per ripiombare nella disperazione, mi chiamarono dal ristorante pizzeria Casa Garcia, un locale che si trovava di fronte a casa mia.

Sembra la favola del gatto con gli stivali, ma è la pura e semplice realtà.

Lavorai a Casa Garcia per 11 mesi, con tre marocchini in cucina, anche quella fu un’esperienza interessante che mi permise di allacciare rapporti con persone di diversa etnia.

Spesso, durante il mio giorno libero andavo ad Arrecife, una ridente cittadina che si trova lungo la costa sud di Lanzarote, per staccare un po’ la presa dal vento e dal mare arrabbiato del nord.

Passeggiando per le vie del centro e pensando alla mia pizzeria in Costa Rica, mi resi conto ben presto, che tra quelle vie piene di gente non c’era la possibilità di mangiare un trancio di pizza appena sfornato. Pizzerie ad Arrecife ce ne sono molte, ma nessuna da asporto.

Così decisi di puntare lì e di far fruttare i miei risparmi nel mio nuovo progetto. Cercai un locale piccolo nella Calle Leon y Castillo, la Beverly Hills di Arrecife, la via dei negozi, delle banche e di quasi tutti gli uffici, con un enorme flusso di persone durante tutte le ore del giorno. Fui fortunato e ne trovai uno ad angolo con una strada trasversale ad essa, un locale di neanche 18 metri quadri, forse un po’ piccolo per quel che intendevo realizzare, ma pur sempre un buon punto di partenza. Cominciai a mettere nero su bianco il progetto, appuntai l’elenco di tutte le attrezzature che mi sarebbero servite per lavorare e dopo aver preso le misure di tutto, tracciai sulla spiaggia di Famara il locale, tracciai le attrezzature e in quel momento stesso mi resi conto che ce l’avrei potuta fare!

Affittai il locale, cambiai la destinazione d’uso, poiché precedentemente il locale era adibito alla vendita di matasse di lana, trovai un ingegnere giovane motivato che mi realizzò il progetto in base alle mie esigenze e, dopo poco più di 2 settimane, aprii la mia pizzeria d’asporto.

Le spese per la realizzazione dell’attività sono state rilevanti, ma dal mio punto di vista, se qualcuno sa svolgere un mestiere utile alla comunità, bisogna cercare di investire e di mettere a frutto le proprie capacità. Sono convinto che poi, offrendo qualità e professionalità, i soldi investiti si recuperino. Il locale è una macchina da guerra che produce; la gente è stupita dalla novità e dalla qualità; arrivano tutti i giorni 2 navi da crociera che sbarcano in città migliaia di turisti incuriositi; il clima è stupendo e finalmente ho potuto rimettermi il mio giubbotto di pelle da motociclista che non avevo portato in Costa Rica”.

Un abrazo y pura vida!

Fabio

fabio9959@yahoo.it