Una casa piena di libri
Così definì Josè Saramago la casa in cui passò i suoi ultimi 18 anni di vita. Costruita dalle zero su richiesta di due famiglie: la Saramago – Del Rìo e la Pérez Fígares – Del Río, complici nel progetto e nella vita. La casa si divide in diversi spazi, ampi e luminosi, che si aprono su panorami, terrazze, giardini della bella Lanzarote.
La galleria
Come un corridoio luminoso lungo il quale si aprono le diverse stanze della casa. Un quadro del maiorchinio Joan Miquel Ramírez fa capire sin da subito il carattere e la personalità della casa, in cui si susseguono e complementano i colori ed i materiali dell’isola. Come ad esempio il tappeto di pietra vulcanica del quale Saramago si sentiva particolarmente orgoglioso.
O lo specchio inciso, regalo di César Manrique, il primo acquisto di Saramago sull’isola. Oggetti e collezioni personali (come quella di cavalli), molti dei quali facenti parte dell‘artigianato portoghese del XVII – XIX secolo. Accanto alla porta dello studio si trova un mobile con diversi libri antichi, delle vere gioie della letteratura, ed un orologio fermo alle 4 del pomeriggio, e non a caso. Alle 4 di un pomeriggio, infatti, Saramago conobbe la donna della sua vita, Pilar del Río Sánchez, e da allora decise che quella sarebbe stata l’unica ora da segnare in casa.
Lo studio
La parte della casa in cui passò la maggior parte del tempo. Qui scrisse le prime righe del suo “Saggio sulla cecità”, inaugurando così un importante periodo creativo, senza ore libere, perchè, come soleva dire “il tempo stringe”. Sulla semplice scrivania in pino (con le gambe piene dei morsi dei suoi adorati cani Pepe, Greta e Camoens) passò le sue giornate.
I “Quaderni di Lanzarote” raccontano questa fervida attività, ma anche la quotidianitá in casa, come l’ascoltare musica con la moglie. Di fronte alla scrivania i ritratti delle persone care: i nonni, i genitori, l’unica amata figlia, i nipoti e, naturalmente, la mogllie. Una delle foto ritrae Saramago mentre scrive su un foglio la frase che dedicò alla moglie quando vinse il Nobel (le stesse che disse Maria Maddalena a Gesù e che si trovano nel Vangelo): “Se non potrò guardare te, guarderò la tua ombra”, e lei rispose “Allora sarò dove starà la mia ombra, se lì cadrà il tuo sguardo”.
Saramago collezionò incisioni dell’artista canario Millares, in particolare quattro sentenze della Santa Inquisizione, così come diversi calamai in argento e ceramica (la maggior parte di artigianato portoghese), una di penne stilografiche ed una di sassi raccolti nei suoi viaggi per il mondo: Timor, Acteal, Chiapas, Machu-Picchu, Grecia, Islanda. Fu grazie a questa collezione che Saramago disse “È ora di scoprire e descrivere non l’opera, ma la pietra con cui essa è fatta”. Amava le sue rocce: le contemplava, le accarezzava, ed in ognuna di esse vedeva l’origine del mondo.
Il salone
Con accesso diretto al giardino ed al mare era il luogo preferito da Saramago. Una grande portafinestra lascia passare la luce e regala un panorama unico. Ammirando il mare da qui Saramago era solito commentare “Ecco la più bella opera d’arte del mondo”. I quadri del salone sono opere storiche, come il ritratto del re João V in cui compare anche la principessa Maria Barbara, futura regina di Spagna. E poi un’incisione di Bartolomeu Dos Santos che servirà come inciso per “L’anno della morte di Ricardo Reis” (Qui dove finisce il mare ed inizia la terra) ed una tela, la prima ispirata ad un’opera di Saramago, cioè “Una terra chiamata Alentejo”.
Opere di grandi artisti come Oscar Niemeyer, Tàpies, Rafael Alberti e l’isolano Idelfonso Aguilar. Non mancano il testo preferito di Saramago “Il beato di Liebana” ed una collezione di caraffe in ceramica, tutte di epoche e luoghi diversi.
La cucina
Un tempo considerata il cuore della casa. Saramago volle mantenerne la caratteristica, e la cucina venne usata per cene, ma anche per chiacchiere tra amici, per lavorare, per intrattenere compagni di lavoro. In questa cucina furono ospitati grandi personaggi, tra cui: Juan Goytisolo, Carlos Fuentes, Ángeles Mastretta, Pedro Almodóvar, Sebastião Salgado e José Luis Rodríguez Zapatero.
Per visitarla, seguite il link: Casa José Saramago