Perdere il lavoro a 52 anni ed aprire un bar a Lanzarote
Perdere il lavoro a 52 anni, con una famiglia da mantenere, per molti si rivela un’autentica tragedia. Così ci si ritrova a doversi reinventare e a valutare nuovi lavori, eventuali trasferimenti e, perché no? Anche a pensare di realizzare sogni impossibili in Italia.
È proprio quello che ha fatto Renato Crisci, quando si è ritrovato senza lavoro dopo la chiusura della fabbrica per cui lavorava. Il suo sogno era quello di aprire un bar. In Italia risultava difficile, se non impossibile a causa degli alti costi e così, dopo un sopralluogo iniziale, Renato insieme alla sua famiglia, ha deciso di trasferirsi ad Arrecife, a Lanzarote, per dare vita al suo sogno. Ora, a distanza di 8 mesi la sua vita è cambiata in meglio, impegnato in mille cose e circondato da tanta gente nel suo bar definito da egli stesso “un posto per gli amici”.
Ho lasciato l’Italia perché ero rimasto disoccupato, purtroppo la fabbrica dove lavoravo a Bolzano aveva chiuso i battenti. Avevamo sempre avuto l’idea aprire un bar, ma a Bolzano la cosa risultava molto difficile per una questione di costi. Quasi un anno fa, mia figlia venne in vacanza qui a Lanzarote e mi parlò molto bene del posto, così decidemmo di fare un sopralluogo per valutare un eventuale trasferimento. Prima di scegliere Arrecife come meta definitiva, abbiamo girato un po’. C’erano diversi paesini interessanti, ma poco movimentati. Considerando poi che per qualsiasi cosa, ci si deve recare sempre ad Arrecife, ovviamente la scelta è ricaduta sul posto. Anche fare la spesa costa meno qui che in altri posti. Generalmente Lanzarote è molto bella, anche se ho girato poco perché mi premeva aprire un’attività. Diciamo che non sono venuto qui per il mare, ma per lavoro. Anche perché il mare c’è anche in Italia ed è ugualmente meraviglioso. Mi sono trasferito con tutta la famiglia e finalmente qui abbiamo realizzato il nostro sogno: aprire un bar. Ho rilevato l’attività da una persona del posto, ma ho dovuto fare tutto ex novo. La licenza l’ho ottenuta abbastanza velocemente. Dal momento in cui ho rilevato il bar al giorno dell’apertura, è passato circa un mese, questo perché il precedente proprietario aveva combinato un po’ di casini che ho dovuto sistemare. Ovviamente mi sono affidato a professionisti del settore che mi hanno seguito in tutti i vari passaggi. E’ molto importante, nel momento in cui si decide di rilevare un’attività, affidarsi ad un bravo commercialista in grado di consigliare come affrontare le varie problematiche, poiché ci sono molte differenze con il nostro Paese. Oltretutto è importante anche per una questione di lingua, infatti se non si conosce bene lo spagnolo, tutto risulta ancora più complicato. Certo, trovare un commercialista che sia in gamba e che sia a buon mercato non è facile. Possono variare anche di molto negli onorari anche facendo le stesse cose.
Cosa mi manca dell’Italia? Gli amici, ma questo era comunque un passo da affrontare. In un trasferimento come il mio, il supporto della gente del posto è stato fondamentale. Qui ci sono diversi italiani e sono quasi tutti amici fra loro. Ne ho trovati diversi disposti ad aiutarmi e a consigliarmi e colgo l’occasione per ringraziare tutti. Qui si vive bene. Da quando mi sono trasferito la mia vita è cambiata in meglio. Ora sono sempre impegnato in mille cose e soprattutto sono sempre in compagnia, perché il bar è diventato ormai un ritrovo tra amici, tanto che ormai lo definisco “un posto per gli amici”. Cosa mi riserverà il futuro? Non lo so ora. Vedremo come andranno le cose. Sicuramente non rimarrò qui per molti anni, mi piacerebbe andare da qualche altra parte un giorno e poi, magari, tornare nella mia bella Napoli.
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