Susanna: ci siamo trasferiti a Lanzarote con un bambino piccolo
Il sogno di Susanna, originaria del Piemonte, era quello di possedere un ristorante e di vivere in Spagna. E così, lei, Daniele e il piccolo Ivan si sono trasferiti a Lanzarote, dove la coppia gestisce il ristorante “La Forgia.”
“Abbiamo frequentato diversi corsi di cucina moderna, sponsorizzati dal governo spagnolo. Il nostro obbiettivo è la sostenibilità, usiamo prodotti delle isole Canarie, principalmente dell’isola di Lanzarote, adattandoli a piatti italiani. La nostra cucina è unica, fondiamo sapori, generi e stili. Oltre alle basi della cucina italiana offriamo tagli di pesce stile giapponese, la cucina molecolare e preparazioni francesi oltre che di cucina locale. Abbiamo abbandonato il ristorante italiano vecchio stile perché saturo di prodotti in commercio già preparati e congelati” racconta Susanna.
Se per lei e Davide integrarsi con le persone del posto non è stato sempre facile, Ivan si è inserito subito nel nuovo contesto, anche perché ha frequentato una scuola dove ci sono quasi esclusivamente bambini locali.
“Suggerisco di valutare bene il cambio di vita con figli adolescenti”, dice Susanna, “perché nell’adolescenza si creano gruppi di amicizie nei quali è difficile entrare. Per questo motivo, i ragazzi potrebbero sentirsi esclusi e patirebbero la perdita delle amicizie coltivate in Italia. Con i figli piccoli, suggerisco di provarci, avvicinando il più possibile i bambini alla gente del posto.”
Nonostante l’amore per Lanzarote, Susanna e Daniele sono stanchi degli ampi spazi dell’isola e pianificano di trascorrere la vecchiaia su un’altra isola, quella della Gomera o de la Palma.
Ciao Susanna, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Ciao a tutti, mi chiamo Susanna, ho quasi 56 anni, da 20 anni vivo con Daniele e abbiamo un figlio di nome Ivan. Sono cresciuta a Settimo Torinese (Piemonte), città che ho abbandonato intorno ai 25 anni. A quei tempi, lavoravo in una famosa concessionaria – “Dolza moto” – andavo in moto e non avevo l’automobile. Me ne andai scegliendo di vivere a Casalborgone, un paesino con l’anima motociclistica, allora molto conosciuto per il trial nei boschi e per i ritrovi motociclistici. M’innamorai così tanto delle colline di Casalborgone che decisi di comperarmi la lavanderia del paese e feci impresa per una ventina di anni.
Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?
Nella vita mia e di Davide ci fu un periodo con grossi problemi familiari, inoltre, per far studiare mia figlia, ci trasferimmo in città, a Chivasso, poi mia figlia andò via di casa e ci ritrovammo in un luogo non nostro… la città, nuovamente la città… In tasca avevo due desideri, vivere in Spagna e avere un ristorante. Vivere in Spagna perché era il posto che, nei miei viaggi in moto, più adoravo visitare e avere un ristorante perché nei miei sentimenti viveva il sogno di mio padre. Quando era molto giovane, papà aprí un ristorante a Chamoix, un’avventura persa perché, nel periodo migliore della stagione, cadde sciando e si ruppe le gambe.
Come mai avete scelto proprio Lanzarote come meta del vostro trasferimento?
Abbiamo pensato che, vista la continuità della stagione turistica, sommata alla possibilità di poter unire i contributi lavorativi e all’avere il sistema sanitario europeo, le isole Canarie fossero il posto giusto per avere un ristorantino e l’idea dell’eterna primavera era allettante. All’inizio eravamo nel dubbio fra Fuerteventura e Lanzarote, isole meno caotiche di Tenerife e Gran Canaria. Non pensammo alle isole più piccole per il timore che non fossero abbastanza servite. Facemmo un primo viaggio di 20 giorni, durante le vacanze di Pasqua del 2014, a Lanzarote e Fuerteventura. Allora nostro figlio frequentava la prima elementare. Alla fine abbiamo scelto Lanzarote perché avevamo notato che l’isola era in crescita.
Come ti sei organizzata prima della partenza?
La nostra partenza è stata abbastanza celere e disorganizzata, non importava organizzarsi, l’importante era lasciarsi alle spalle i problemi. Siamo partiti a giugno, esattamente il giorno dopo aver ricevuto la prima pagella di nostro figlio. Ci bastarono una valigia da 30 kg e 3 bagagli a mano per cambiare vita.
Quali sono gli steps necessari da fare se ci si trasferisce con un figlio?
Innanzitutto, partire con un certificato di famiglia internazionale. Noi non lo avevamo e abbiamo dovuto farlo tradurre dal consolato, poi iscrivere il figlio alla scuola pubblica e abituarlo ad adattarsi al cambiamento, facendo sì che frequenti il più possibile i bambini del posto. Quando ci siamo trasferiti era estate e iscrivemmo subito Ivan al centro estivo del paese, dove imparò lo spagnolo in un mese!
Di cosa vi occupate tu e tuo marito?
Per 6 anni abbiamo avuto una pizzeria ad Arrieta e ora siamo i proprietari de “la Forgia”, un ristorante a Nazaret, nel centro dell’isola. Abbiamo frequentato diversi corsi di cucina moderna, sponsorizzati dal governo spagnolo. Il nostro obbiettivo è la sostenibilità, usiamo prodotti delle isole Canarie, principalmente dell’isola di Lanzarote, adattandoli a piatti italiani. La nostra cucina è unica, fondiamo sapori, generi e stili. Oltre alle basi della cucina italiana offriamo tagli di pesce stile giapponese, la cucina molecolare e preparazioni francesi oltre che di cucina locale. Abbiamo abbandonato il ristorante italiano vecchio stile perché saturo di prodotti in commercio già preparati e congelati.
Come ti sei mossa per trovare un alloggio?
Ecco la nota dolente, inizialmente siamo stati in un hotel, fortunatamente allora i prezzi erano permissivi, poi, con il tempo, abbiamo trovato un appartamento in affitto e, con gli anni, abbiamo comprato casa. L’altra nota dolente è l’automobile. Noi l’abbiamo noleggiata per quasi un anno.
Quali sono i costi medi e le zone in cui è possibile vivere bene spendendo poco?
I costi medi sono di 600€ per l’affitto di un monolocale. Le zone in cui vivere bene spendendo poco non esistono più. Noi, terrorizzati dal non trovare casa in affitto, ci siamo comperati un appartamento, certo, non tutti possono permetterselo. C’è gente che compera la barca per viverci, un attracco per un 9 metri costa indicativamente 2.500€ all’anno, comprensivo di sevizi.
Come valuteresti il rapporto costo/qualità della vita?
Alloggiare nell’isola è caro ma, se riesci a trovare la soluzione, Lanzarote ti regala molto. Qui si vive con poco, il livello di delinquenza è basso, il carburante costa meno che in Italia e le tasse sono agevolate.
E servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?
Per quanto riguarda la sanità, noi non possiamo lamentarci. Ho subìto un intervento abbastanza invasivo ed è andato nel migliore dei modi. Ivan è stato seguito da un traumatologo pediatrico a Gran Canaria per 5 anni, ogni 6 mesi prendevamo l’aereo per la visita di controllo con il volo pagato, poi è stato operato, sempre a Gran Canaria. A Lanzarote abbiamo il reparto pediatrico ma non la traumatologia infantile. I mezzi pubblici per i residenti che usano l’autobus abitualmente sono gratuiti però le zone poco turistiche non sono molto servite.
Come funzionano le scuole a Lanzarote?
Direi bene, il protocollo è molto simile a quello italiano. Del resto, siamo in Europa. Una fondamentale differenza, rispetto alla scuola italiana, è che qui ci sono 6 anni di elementari e 4 di medie. Mentre in Italia dopo gli 8 anni di elementari e medie ci si sbatte per cercare un futuro per i nostri figli mandandoli in istituti fuori zona per arrivare ai 10 anni di scuola dell’obbligo, qui sfruttiamo le scuole locali per 10 anni.
È stato facile, per voi, integrarvi con la gente del posto?
Per me e Davide è stato abbastanza facile, per Ivan è stato molto più semplice, perché cresciuto ad Haria, una zona autentica, dove la scuola è frequentata quasi esclusivamente da bambini locali. Lui ha addirittura l’accento conejero (i conejeros sono gli abitanti di Lanzarote), tant’è che se va a Fuerteventura gli chiedono se è originario di Lanzarote.
Quali sono le tradizioni tipiche di Lanzarote che vi sono rimaste più impresse?
Le feste di paese e le processioni, durante le quali si torna indietro di vent’anni. Il cibo, anche con quello si torna indietro, le papas arrugadas (che sarebbero le patate arrugate bollite con la pelle, che faceva anche mia nonna di Cavarzere e me le dava da mangiare per merenda). Poi il pescado salado e quello secco. Ricordo che mia madre cucinava il baccalà dopo averlo messo in ammollo, si ritorna indietro negli anni. Un’altra cosa spettacolare è il Carnevale. Quel giorno sono tutti in maschera, grandi e piccoli, sindaco, dottore, infermiere, barista, praticamente tutti.
Cosa bisogna fare, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?
Per la burocrazia consiglio di fare i documenti per conto proprio, avvalendosi di un traduttore. Se si trova un lavoro, normalmente si viene aiutati da colui che contratta il lavoratore. Se, invece, si avvia un’attività dal commercialista o dall’avvocato, questi possono avviare le pratiche.
Che consigli daresti a chi vorrebbe andare a vivere e lavorare a Lanzarote?
Difficile dare consigli, ogni scelta è soggettiva e contornata da un passato familiare e lavorativo. Posso dire che, se si ha un sogno, vale la pena rincorrerlo fino al momento in cui ci si rende conto che il sentiero per raggiungerlo diventa impossibile da percorrere, allora bisogna dire basta e tornare indietro, perché insistendo ci si puo’ far male. Lanzarote va conquistata, tutte le persone che vengono a viverci hanno passato un periodo di sofferenza.
Trasferirsi con la famiglia spesso fa più paura rispetto all’andare all’estero da soli. Che suggerimenti hai per le famiglie che volesseer provarci ma si sentono come bloccate?
Suggerisco di valutare bene il cambio di vita con figli adolescenti, perché nell’adolescenza si creano gruppi di amicizie nei quali è difficile entrare. Per questo motivo, i ragazzi potrebbero sentirsi esclusi e patirebbero la perdita delle amicizie coltivate in Italia. Con i figli piccoli, suggerisco di provarci, avvicinando il più possibile i bambini alla gente del posto. Del resto, la cosa che più ha reso felice me e Davide è stata vedere nostro figlio crescere qui. Sicuramente, se non ci fosse stato lui, ci saremmo già spostati da tempo, sempre alle isole Canarie ma in un’isola più piccola, la Gomera. Abbiamo trovato la gioia vedendo Ivan crescere sul mare. Noi arriviamo dal Piemonte, dove addirittura il gruppo degli Statuto cantava “Ma non c’é il mare”. Lui a 7 anni ha fatto un centro estivo a Punta Mujeres dove, per tre giorni la settimana, imparava a nuotare dentro le piscine naturali. Immaginatevi la gioia di vederlo sguazzare come un pesciolino, a 8 anni, per poi fare un corso di surf, snorkeling, la pesca e ora quello di sub.
Che suggerimenti daresti, invece, alle famiglie che volessero andare in vacanza a Lanzarote?
Suggerisco di non venire a Lanzarote a luglio e agosto perché in quei due mesi dell’anno l’isola è ventosa e il mare non è un granché. Direi anche di portare la maschera perché l’oceano è bello anche visto dall’interno e di non fermarsi solo 2 giorni per poi spostarsi tra un’isola e l’altra. Lanzarote merita una visita di almeno una settimana.
Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?
Ho imparato cosa sono i cosiddetti “tempi canari”, non c’è mai fretta però c’è un momento in cui devi approfittare dell’attimo presente. Ad esempio, se oggi c’è il mare con le onde giuste per il surf, oggi bisogna fare surf, perché domani le onde potrebbero non esserci più. Lo stesso vale per il fare il bagno al mare o per pescare, non c’è mai fretta perché si aspetta il momento giusto. Ho imparato a sfruttare l’attimo, qui ogni cosa va fatta al momento giusto, è come un arcobaleno da fotografare, domani sarebbe troppo tardi.
Progetti futuri?
Cambiare isola. Lanzarote è un’isola bellissima però per me e Davide è troppo secca, l’immensa vista e luce che dona è proprio la cosa che più ci stanca. Ci mancano gli alberi, i boschi e i prati ed è per questo che, per la nostra vecchiaia, vorremmo spostarci all’isola della Gomera o all’isola de la Palma.
Per seguire e contattare Susanna:
E-mail: laforgianazaret@yahoo.com